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sabato 22 marzo 2014

L'oliva taggiasca, prodotto d'eccellenza

Dalla Riviera dei Fiori si possono acquistare tutti quei frutti della Terra e del Mare che sono la base della "Dieta Mediterranea", riconosciuta universalmente come dispensatrice di "Salute e lunga vita", poiché i grassi vegetali contenuti nell'olio d'oliva taggiasca e nei prodotti ittici, non solo non contengono colesterolo, ma addirittura lo combattono.

Storia dell'origine dell'oliva Taggiasca - L'ordine dei monaci Benedettini, fondato da San Benedetto da Norcia nel 529, ebbe la sua prima sede a Montecassino, nel Lazio.
Carta della Liguria in età Romana,
dove Pedona è indicata come Pedo.
 Clicca sull'immagine per ingrandirla.
Nel 591 Teodolinda di Baviera sposò Agilulfo, re langobardo d'Italia, divenendone così la regina. La sovrana, visto il suo stretto legame con il papa Gregorio Magno, decise di donare ai monaci benedettini il territorio fra le valli dello Stura, la Vermegnana e le Alpi Marittime. I monaci si stabilirono così a Pedona, l'attuale Borgo San Dalmazzo, situato 34 km a nord del colle di Tenda, e da lì si diffusero in tutto il Piemonte e in Liguria. Fondarono poi un monastero a Tenda e quindi, circa nel VII secolo, giunsero a Taggia, suggestiva località medievale posta 11 km a est di Sanremo, nell'attuale provincia di Imperia, dopo le devastazioni che lì erano state compiute nel 645 dal re langobardo Rotari .
A quell'epoca Taggia era solo un piccolo paese arroccato intorno ad un castello. I monaci si stabilirono sul Colletto, dove costruirono un monastero tra l'attuale chiesa della Madonna del Canneto e Villa Ruffini. Sotto la chiesa della Madonna del Canneto vi sono ancora i resti della originaria chiesa benedettina, che gli storici stimano risalire al VII secolo, come confermato fra l'altro dagli Statuti Comunali del 1381.
Taggia ripresa da levante.
Come è noto, ovunque si recassero i Benedettini, subito impiantavano la vite e l'olivo, mostrando alla popolazione nuove colture e favorendo la ripresa economica di territori poveri o devastati dalle invasioni.
Nel caso particolare i monaci a Taggia crearono una nuova varietà di ulivo innestando nelle piante di ulivo selvatico autoctono, piante portate dalle coltivazioni di Montecassino. Nasceva così l'oliva Taggiasca, coltivata dal VII secolo sul territorio di Taggia e Villaregia, l'attuale Riva Ligure.

Olive taggiasche.
La Qualità - Oltre a questa ricostruzione dell'origine delle olive taggiasche, vi è un'altra ipotesi che accenna ai  Cistercensi di Lerino, monaci di San Colombano provenienti dall'isola monastero di Lerino, che avrebbero importato la pianta, anche se si previlegia la prima versione. L'olivo di varietà taggiasco è una pianta particolarmente grande e robusta che può arrivare ad un altezza di 15 metri.
Nell'olivocoltura, l'oliva di varietà taggiasca è considerata la più delicata al mondo, e di conseguenza anche la più pregiata.
Nel 1997 ha ottenuto il riconoscimento a marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) che ha delineato la sua zona di produzione nella Riviera dei Fiori, la provincia di Imperia.
Prodotto tipico della Riviera Ligure, le olive taggiasche si presentano di diversi colori, che variano dal verde al nero, attraversando sfumature di marrone. La principale caratteristica di questa varietà di olive è il sapore fruttato e dolciastro, e anche piuttosto leggero e delicato. La forma è cilindrica, allungata e un po' più grossa alla base, con una polpa consistente e ricca. Gli innesti di oliva taggiasca furono nei secoli diffusi in tutta Italia, sebbene la coltivazione maggiore sia sempre rimasta nella provincia di Imperia, e oggi risulta essere una delle più rinomate olive per produzione di olio extravergine e una delle migliori olive da mensa, poiché il frutto, nonostante le ridotte dimensioni, è molto gustoso.

Olio d'oliva taggiasca
L'olio extra-vergine di Oliva Taggiasca è ottenuto esclusivamente da olive Taggiasche coltivate e raccolte nella Riviera dei Fiori e spremute a freddo con procedimenti meccanici nel frantoio della stessa proprietà degli olivi, che si estendono dalla costa fino alle pendici delle Alpi Liguri. L'altitudine della maggior parte degli olivi li preserva dagli attacchi della mosca olearia, per cui il trattamento chimico è riservato, e solo in alcune annate, agli olivi limitrofi alla costa. Resta inteso che l'olio “Bio” è prodotto esclusivamente da olive che non hanno subito alcun trattamento chimico. Gli olii extra-vergine d'oliva sono tutti D.O.P. (Denominazione d'Origine Protetta) Riviera dei Fiori, ottenuti al 100% da olive Taggiasche, con un'acidità inferiore allo 0,50% e una quantità di perossidi nettamente inferiore a 20 meq/Kg. L’unità di misura dei perossidi sono i milliequivalenti di ossigeno per chilo di olio, e più basso è il numero di perossidi e migliore è la qualità dell'olio e la possibilità di conservarsi nel tempo.

Il marchio "Sanremo Mediterranea"


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venerdì 21 marzo 2014

Il Pesto alla ligure

Il Pesto alla ligure.
Quando si parla di pesto, viene subito in mente la Liguria: è in questa splendida terra infatti che, con sapiente cura, nasce questa salsa che si dice sia addirittura afrodisiaca.
Il pesto è una salsa fredda simbolo di Genova e dell'intera Liguria, che da alcuni decenni è tra le salse più conosciute e diffuse nel mondo.
Vanto assoluto della cucina Ligure, il Pesto è oggetto di interminabili discussioni circa la sua origine. Le prime tracce del Pesto le troviamo addirittura nell'800 e da allora, la ricetta si è sempre mantenuta identica, almeno nella preparazione casalinga. Come noto, ne esistono molteplici versioni, tanto in Italia quanto in Francia, dove una versione del classico Pesto alla Genovese è conosciuta invece con il nome di Sauce Pistou.
I due tipi più diffusi sono quello di Ponente, a cui appartiene anche il Pesto alla Genovese, più semplice e marcato nel gusto, e quello di Levante con minore proporzione di aglio e presenza di vari aromi di ingentilimento.
La base di partenza per la preparazione del Pesto, da cui non si può prescindere, è il mortaio in marmo con pestello in legno di Pero o Bosso e... molta pazienza. 
Per quanto riguarda gli ingredienti si parte invece dal Basilico ligure in fiore, da intridere con Olio extra vergine di oliva ligure di primissima qualità, sale marino, aglio, pecorino e/o parmigiano, pinoli (o noci).
Il pesto, una volta preparato andrebbe consumato in tempi brevi in quanto non sopporta lunghe conservazioni che farebbero perdere tutta la fragranza del proprio caratteristico aroma.
Come ogni ricetta tradizionale, ogni famiglia ha la sua ricetta del pesto, quella che vi proponiamo in questa ricetta è quella del Consorzio del Pesto Genovese.

La Liguria con i suoi maggiori centri.

Gli ingredienti del Pesto alla ligure.
Ingredienti:
- Aglio: 2 spicchi
- Sale marino grosso: 1 pizzico
- Olio di oliva extravergine: 100 ml
- Basilico: 50 gr di foglie
- Formaggio Pecorino grattugiato: 2 cucchiai (circa 30 gr)
- Pinoli: 1 cucchiaio (circa 15 grammi)
- Formaggio Parmigiano Reggiano grattugiato: 6 cucchiai (circa 70 gr)

Preparazione:

Il basilico ligure.
1 - Per preparare il pesto alla genovese bisogna innanzitutto precisare che il basilico dev'essere di tipo ligure o genovese, a foglie strette (e non quello dell'Italia meridionale a foglie grosse, che spesso ha un aroma di menta). Inoltre le foglie di basilico non devono essere lavate, ma pulite con un panno morbido.

Mortaio in marmo per il Pesto.
2 - Mettere dunque l'aglio sbucciato nel mortaio,


Aglio e sale grosso nel mortaio.
3 - assieme a qualche grano di sale grosso.


Pestello che sminuzza nel mortaio.
4 - Cominciare a pestare, sminuzzando aglio e sale


Aglio ridotto in crema.
5 - e quando l'aglio si sarà ridotto in crema, 


Aggiunta di  basilico e sale grosso.
6 - aggiungere le foglie di basilico insieme ad un pizzico di sale grosso, che servirà a frantumare meglio le fibre delle foglie e a mantenere un bel colore verde acceso.








Sminuzzaggio del basilico.
7 - Schiacciare quindi il basilico contro le pareti del mortaio ruotando il pestello in senso orario e contemporaneamente ruotate il mortaio nel senso contrario (antiorario), prendendolo per le "orecchie" che si vedono nella figura 2, ovvero le 4 sporgenze tondeggianti che caratterizzano il mortaio stesso, 


Fuoriuscita del liquido verde brillante.
8 - continuare fino a quando dalle foglie di basilico non uscirà un liquido verde brillante.


Aggiunta dei pinoli.
9 - A questo punto aggiungere i pinoli e ricominciare a pestare per ridurre il tutto in crema.


Aggiunta formaggio grattugiato.
10 - Aggiungere i formaggi grattugiati un po' alla volta, che andranno a rendere ancora più cremosa la salsa, mescolando continuamente.


Aggiunta dell'olio extravergine d'oliva.
11 - Per ultimo aggiungere l'olio di oliva extravergine, che andrà versato a filo, mescolando sempre con il pestello.


Amalgamazione del Pesto.
12 - Amalgamare bene gli ingredienti fino ad ottenere una salsa omogenea.


Consigli - La lavorazione del pesto alla genovese deve avvenire nel minor tempo possibile per evitare problemi di ossidazione.
Nel caso voleste usare il frullatore è sicuramente meglio optare per le lame in plastica, poiché quelle in metallo infatti hanno il difetto di non fare sprigionare completamente i sapori dalle foglie rendendo il pesto amarognolo. Questo metodo ormai molto diffuso, consente di ottenere un pesto più emulsionato, simile ad una crema; il consiglio che si può dare è di usare il frullatore alla velocità più bassa possibile, e di frullare a scatti (frullate per qualche secondo poi interrompete per qualche secondo e così via), in modo da evitare fenomeni di riscaldamento dovuti all’attrito. Un altro accorgimento per evitare il surriscaldamento del pesto alla genovese è quello di mettere la tazza del frullatore e le lame in frigorifero un'ora prima dell'utilizzo.

Pesto alla ligure o alla genovese servito.

Curiosità - Per ottenere un ottimo pesto alla genovese, le foglie di basilico devono essere necessariamente asciutte, e non devono minimamente essere stropicciate, poiché la rottura delle vescicole contenenti gli oli essenziali poste sulla parte superiore delle foglie, provocherebbe l’ossidazione del colore e degli aromi, rendendo il pesto verde scuro e dall’aroma erbaceo.
Per la preparazione del pesto alla genovese, utilizzate dell'olio dolce e maturo perché quest'ultimo, oltre a fare da solvente per le sostanze aromatiche, garantisce il perfetto amalgama, esaltando l’aroma del basilico ed attenuando il piccante dell’aglio.

La Liguria divisa in zone con i suoi siti di rilievo.

Come consumarlo - Il Pesto così ottenuto è ottimo per condire trenette, trofie, lasagne, gnocchi, minestroni e spaghetti, ma volendo lo si può utilizzare per insaporire anche altri piatti di nostra creazione che si possano ben sposare con il sapore del basilico.
Le varianti a questa ricetta sono molteplici, ad esempio nella zona di Camogli si aggiunge la Quagliata, un formaggio fresco dal sapore tenue che rende il pesto più scorrevole. C'è invece chi aggiunge anche alcuni gherigli di noce. Anche i formaggi possono variare nel rapporto tra pecorino e parmigiano, questo a seconda dei gusti personali.

In verde, la Liguria in Italia.
L'Italia in Europa.


L'Europa nel Mondo.


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Pista ciclo-pedonale nella Riviera dei Fiori

Sulla pista ciclo-pedonale a Sanremo,
nella Riviera dei Fiori.
In verde la Liguria, regione
d'Italia al cui ponente (ovest)
c'è la Riviera dei Fiori.
La posizione geografica, in una insenatura riparata dalle montagne, è il motivo principale del rinomato clima mite di Sanremo, che la rende meta di soggiorni vacanziere anche curativi durante tutto l’arco dell’anno: lunghe giornate soleggiate, poca pioggia e una temperatura particolarmente dolce e costante con medie di 10 gradi in inverno e 23 in estate.

E infatti le particolari condizioni climatiche di Sanremo permettono di passeggiare, fare jogging, marcia, o andare in bicicletta tutto l'anno grazie a giornate soleggiate e a temperature miti.

La Liguria con a ponente (ovest) la Riviera dei Fiori e
le autostrade che l'attraversano.

La Riviera dei Fiori con la linea chiara vicino alla
costa che indica la ferrovia.

La pista ciclo-pedonale della Riviera dei Fiori. I° Tratto da San Lorenzo al
Mare ad Aregai di Cipressa, II° Tratto da S.Stefano al Mare a Riva Ligure,
III° tratto da Riva Ligure ad Arma di Taggia, c'è anche un tratto
da Arma di Taggia a Taggia e il tratto da Arma di Taggia
a Bussana, IV° Tratto da Bussana a Sanremo e il V°
tratto da Sanremo a Ospedaletti, oltre al
tratto di Vallecrosia.

La pista ciclopedonale di Sanremo, e più in generale della Riviera Dei Fiori, è uno fra i percorsi pedonali e ciclabili più estesi del Mediterraneo, con una lunghezza di 24 km. A partire dall'estate del 2008, accoglie gli appassionati delle due ruote, le famiglie e chiunque sia in cerca di un salutare giro in bicicletta sullo splendido sfondo del litorale costiero di Sanremo.  L'accesso è consentito anche ai pedoni, cui è riservata una corsia apposita, e agli appassionati dei pattini a rotelle, rollerblades o skateboard.

La vecchia stazione
ferroviaria di Sanremo.
La pista sorge sul vecchio tracciato ferroviario a binario unico che, prima di esser dismesso nel 2001 e spostato all'interno, collegava Ospedaletti a San Lorenzo sulla linea Genova-Ventimiglia passando sulla costa. La costruzione dei primi tratti è cominciata nel 2008 ed un ulteriore ampliamento, che porterebbe la lunghezza complessiva del tragitto a 60 km, è tutt'ora in progetto. Il percorso attualmente attraversa otto comuni, estendendosi da Ospedaletti a San Lorenzo al Mare.

La pista ciclopedonale della Riviera
dei Fiori nel tratto da Cipressa a
Santo Stefano al mare (Aregai).
Pedoni, maratoneti e cicloamatori, possono percorrere l'itinerario in sicurezza e serenità, grazie alle 28 telecamere di videosorveglianza ed ai numerosi impianti di SOS disponibili per chi dovesse avere bisogno di aiuto, oltre a soste con ristoro e noleggi di biciclette e vari accessori.

La ciclopedonale da Sanremo a
Bussana e Arma di Taggia.
Tutto il tracciato, provvisto di accessi diretti ogni 350 metri, è stato progettato pensando al comfort e alla tranquillità degli utenti, ed è costellato da una serie di punti di sosta con panchine, parcheggi per biciclette e fontanelle per bere, punti ristoro, bar, ristoranti, alberghi per il pernottamento, e stand per il noleggio di biciclette per tutti i gusti e tutte le età: dalle mountain bike alle biciclette da passeggio, ai tandem per due o più persone, oltre che fornire accesso alle innumerevoli spiagge e scogliere incontaminate, alcune un tempo non raggiungibili se non via mare.

La ciclopedonale a Sanremo, a
fianco di Corso Imperatrice.
L'itinerario è in prevalenza pianeggiante, rettilineo e facile da percorrere, e si snoda in mezzo alla profumata e coloratissima flora costiera della Riviera di Ponente. In particolare, il facile tratto di pista ciclabile che si estende da Sanremo a Bussana, a est, si snoda per una lunghezza di 8 km. attraverso tutta la città.

La pista ciclopedonale
a Sanremo.
A partire da Pian di Poma, nella zona Foce, a Sanremo-ovest, il tracciato segue il mare, costeggiando dapprima la magnifica Passeggiata dell'Imperatrice per poi proseguire, affiancandosi al Lungomare delle Nazioni, alla zona dell'ex stazione ferroviaria e alla Fortezza di Santa Tecla.

La pista ciclopedonale
a Sanremo.
In prossimità del Porto Vecchio la pista si incunea progressivamente nel nucleo urbano di Sanremo e procede attigua all'Aurelia nel tratto di Corso Orazio Raimondo.

La pista ciclopedonale
a Sanremo.
Subito dopo il Porto Vecchio in direzione Arma di Taggia, è presente un tratto distaccato di pista ciclabile contiguo a Corso Trento e Trieste in prossimità della serie di spiagge ed alberghi del litorale che si unisce poi al percorso principale all'altezza della spiaggia del Morgana.

La pista ciclopedonale
a Sanremo.
Continuando verso Est il tragitto continua affiancato alla spettacolare e rinomata passeggiata a mare di Trento e Trieste (comunemente denominata “Il Sud-Est”), luogo perfetto per il divertimento dei bambini e il relax degli adulti, con un parco giochi, un bar ed un punto di noleggio bici. Qui il percorso è affiancato, sulla sinistra da un ampio marciapiede immerso nella vegetazione.

La pista ciclopedonale
della Riviera dei Fiori.

L'ultimo tratto della zona Sanremo-Bussana, infine, si dispiega a lato di tutta la zona balneare orientale di Sanremo, costituita da una serie di spiagge molto frequentate. Attraversando un paio di gallerie ben illuminate la pista prosegue poi verso Arma di Taggia sovrastando gli stabilimenti balneari di Bussana a Mare.

La pista ciclo-pedonale della
 Riviera dei Fiori.
In sostanza la pista ciclabile è il luogo perfetto, sia per i residenti che per i turisti rivieraschi, dove praticare sport lontano dal trambusto del centro, e godersi alcuni dei più affascinanti e suggestivi scorci che ormai sono diventati il marchio di fabbrica del litorale costiero della Riviera dei Fiori. Lungo il percorso di ogni tratta sono indicati anche alcuni consigli su mete di interesse turistico raggiungibili nei dintorni della pista.

La pista ciclo-pedonale della
Riviera dei Fiori.
La pista ciclabile del Parco Costiero del Ponente Ligure è una delle più lunghe del Mediterraneo, lunga 24 Km. oltre ai tratti da Arma di Taggia a Taggia e il tratto di Vallecrosia, ed è fruibile da pedoni e ciclisti in entrambe le direzioni di marcia.

La pista ciclo-pedonale della
Riviera dei Fiori.
La pista ciclabile nasce sul tracciato costiero della vecchia ferrovia a binario unico tra Ospedaletti e San Lorenzo al Mare, sulla linea FS Genova-Ventimiglia, dismessa nel 2001 e spostata a monte.

La pista ciclo-pedonale della
Riviera dei Fiori.
La linea è stata bonificata e trasformata nell’attuale pista ciclabile dalla società a maggioranza pubblica Area 24.
Il percorso è per lo più facile e pianeggiante, attraversa piccoli borghi e costeggia il tipico litorale mediterraneo, in tratti suggestivi, unici e inaccessibili un tempo.

La pista ciclo-pedonale della Riviera dei Fiori.
Dalla pista, la cui sede è spesso a ridosso del mare, è possibile accedere facilmente a spiagge e scogliere. Nei paesi attraversati, per lo più turistici, sono inoltre a disposizione punti di noleggio bici, ristori e strutture per il pernottamento.



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